Dentro LucaniaLab stiamo sviluppando un percorso narrativo museale che sia
capace di raccontare il territorio attraverso nuove sensibilità. E' un modo
di sperimentare i linguaggi dell'innovazione attraverso i nuovi modi e mondi
della comunicazione che connette persone, idee e cose.
L'allestimento per il museo parte da una visione di progettazione semplice e
"sensibile" che muove, come spiega Asian Lednev, dalla volontà di
"recuperare una idea di percorso passeggiata e mantenere una promessa"
fatta all'avatar; intendo la volontà di incorporare l'avatar all'interno
dello spazio museale. Incorporazione che oltrepassa la più semplice
immersività"
L'idea è quella di creare un "discorso" che veda gli avatar visitatori come
protagonisti dell¹ambiente: muovendosi tra immagini reali e sintetiche che
ruotano attorno a loro; facendo esperienza di video nei quali testimoni
lucani raccontano il territorio reale e i luoghi; interagendo con oggetti 3D
che richiamano la realtà Lucana.
In questo senso l'allestimento si sviluppa su tre livelli di paesaggio: un
primo livello dedicato alle immagini "cartoline dalla Lucania", vere
fotografie caricate sul Flickr dell'APT Lucana immagini di viaggi nel
territorio reale e nel territorio virtuale. Questo paesaggio si sviluppa su
una pellicola che si srotola su tutto il piano del museo: un CINEMACONTINUO,
una promenade filmica-acrhiettonica.
Al di sotto del CINEMACONTINUO si trovano gli oggetti della cultura Lucana,
una "coscienza" testimone di una ³conoscenza materiale² che introduce il
sapere e il tema dell¹innovazione tecnologica;
terzo e ultimo paesaggio è quello rappresentato dagli avatar che si muovono
tra gli oggetti e intorno alle cose: un paesaggio che parla di accoglienza,
di inclusione e di incorporazione, tre aspetti che normalmente compongono
una certa idea di immersività"
Il racconto museale è quindi anche un modo di sperimentare in modo autoriale
la relazione tra linguaggi dell¹innovazione ed archeologia della tradizione,
attraverso il rimando tra le immagini che scorrono su un nastro e i
manufatti digitali creati da Tonino Lane: "sono oggetti delle tradizioni e
dei mestieri più tipicamente lucani arcolai, torni, strumenti per
l'agricoltura perché in essi si vede più chiaramente che nei contemporanei
lo sforzo umano per perfezionarli nel tempo".
Un "museo" che diventa quindi uno spazio di narrazione vivo, che sfrutta le
potenzialità tridimensionali ed immersive "corporee" di SecondLife per
raccontare con una sensibilità diversa i luoghi lucani, la loro memoria in
un modo capace di richiamare l¹esperienza del vivere i luoghi.
È un modo di fare dialogare "dentro" e "fuori", SecondLife e la Rete, il
mondo immersivo e il territorio lucano.
Installazione collaborativa fra Joannes Bedrosian, Asian Lednev,Tonino Lane
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